A Lugano e in tutto l’agglomerato la viabilità difficoltosa e a tratti congestionata rappresenta uno dei principali problemi della città. In passato si sono adottate misure che purtroppo non hanno sortito gli effetti sperati. Anche il famigerato PVP, seppur positivo nelle iniziali intenzioni, in certe zone si è rivelato un vero e proprio fallimento. L’apertura della galleria Vedeggio-Cassarate ha si alleggerito il traffico in entrata da Besso e dal lungolago, ma non in maniera sufficiente da sgravare le arterie interne cittadine.

Il ricorso ai mezzi pubblici è sicuramente aumentato ma non nella misura auspicata. Tanti stentano a lasciare il proprio veicolo a casa o in un Park & Ride in periferia per utilizzare i comodi bus, e ora anche più regolari negli orari, per recarsi in centro.

Nel corso della sua ultima seduta, svoltasi il 30 giugno 2015, di Consiglio comunale ha accolto il credito di 102 mio di franchi spalmati sull’arco di 20 anni quale partecipazione finanziaria per la realizzazione delle opere della seconda fase di attuazione del Piano dei trasporti del Luganese e del Programma di agglomerato del Luganese (PTL-PAL 2 2014-2033). La spesa totale ammonta a 629 mio e viene finanziata secondo questo riparto: 115 mio (18.3%) Confederazione, 298 mio (47,4%) Cantone, 216 mio (34,3%) Comuni. Le principali opere da realizzare sono: la prima tappa della rete tram – treno del Luganese (Lugano centro – Bioggio – Manno), la stazione FFS di Lugano (StazLu1), i Piani di pronto intervento del Vedeggio e del Basso Malcantone, inclusa la passerella ciclo-pedonale di Ponte Tresa, la viabilità definitiva dell’area di Cornaredo (NQC), la circonvallazione Agno-Bioggio, la viabilità del Piano Scairolo, i nodi intermodali di Cornaredo e di Molinazzo, il Park & Ride di Lamone-Cadempino, la rete ciclabile regionale, il riassetto degli assi principali di penetrazione alla città a Massagno e Paradiso, e la riqualifica di via San Gottardo a Savosa.

Malauguratamente contro questo credito si sono schierati il PS e i Verdi che hanno lanciato referendum. In questi giorni stanno raccogliendo le firme necessarie. Le motivazioni alla loro contrarietà sono le seguenti: a loro dire il traffico sulle strade sarà congestionato come prima, il rapporto d’uso dei trasporti pubblici resterà immutato (un viaggio con i trasporti pubblici contro nove viaggi con l’automobile), non vi sarà alcun percettibile miglioramento dell’inquinamento atmosferico, e nessun freno alla corrosione del paesaggio, infine continuerà la mancanza di un freno alla dispersione degli insediamenti sul territorio.

In questo momento non sappiamo se i cittadini luganesi andranno a votare su questo importante credito. Rimane un fatto inoppugnabile. I temi relativi alla mobilità sono spesso controversi e poco comprensibili per il comune cittadino. Le opere pianificate comportano costi per centinaia di mio di franchi e hanno una valenza sovra-regionale così importante che è difficile bloccare un treno in corsa! Se il referendum venisse accolto dai cittadini il rischio sarebbe quello di bloccare tutto per anni e di trovarsi in una situazione peggiore per rapporto a prima, senza però le opere già finalizzate e all’inizio di un nuovo processo che durerà diversi anni.

Occorre essere pragmatici e credere che è meglio un risultato positivo oggi, anche se non perfetto, che attendere il domani pur non essendo sicuri di quanto verrà partorito.

Molto resta da fare in questa tematica. La mobilità e la velocità di spostarsi acquista sempre più importanza in un mondo super rapido dove le vie di comunicazione efficienti sono fondamentali per le persone e le aziende e, in ultima analisi, per la qualità di vita di tutti i cittadini.

 

Roberto Badaracco
Deputato PLR in Gran Consiglio

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