Questa nuova richiesta dell’UE dimostra che stiamo percorrendo la strada sbagliata e che un’entità estera, tramite gli accordi internazionali sottoscritti, può obbligarci ad adottare misure contrarie al diritto svizzero e alle nostre consuetudini. Ciò è inaccettabile e il Consiglio federale deve opporsi fermamente ai diktat di Bruxelles. Dalla notte dei tempi il cittadino soldato rientra al suo domicilio con la propria arma e questo non ha trasformato la Svizzera in un covo di terroristi. Non solo. Così facendo si colpiscono tutti gli appassionati di tiro, i cacciatori e i collezionisti, persone oneste e responsabili che sanno cosa vuol dire maneggiare armi. La votazione del 2011 è stata poi chiarissima: i militi possono tenere il fucile o la pistola al proprio domicilio. Sconfessare la volontà popolare sarebbe inammissibile!
Sull’onda emotiva provocata dai fatti di Parigi si crede di risolvere un problema inasprendo semplicemente alcune normative che cozzano contro i diritti di ciascun individuo. La nostra legislazione in materia costituisce un atto di fiducia nei confronti dei cittadini e il segno tangibile della nostra volontà di rimanere liberi ed indipendenti in uno stato democratico, senza alcuna pressione dall’estero.Questo è anche l’ennesimo esempio del rischio di una strisciante adesione all’UE. Il Comitato ticinese che si è costituito, e di cui faccio parte in veste di Co-Presidente, ha lo scopo primario di opporsi all’adozione automatica del diritto europeo nel nostro e della giurisdizione dei tribunali comunitari. In sostanza è il nostro diritto ad essere prioritario e non accettiamo decisioni da tribunali esteri. Nei prossimi mesi ed anni si giocherà la vera partita con l’UE ed occorrerà lottare per rimanere veramente padroni del nostro destino e mantenere la nostra libertà ed indipendenza.
Roberto Badaracco
Deputato Gran Consiglio e Capogruppo PLR in Cosiglio comunale Lugano