In poco più di tre mesi ci sono state 47 mila visite all’esposizione: quasi raggiunto l’obiettivo delle 50 mila Badaracco: «La formula scelta è quella giusta» – Il 70% dei costi è stato coperto grazie a biglietti e sponsor

Sono circa 47 mila le persone che dallo scorso marzo a domenica 17 giugno, con una media giornaliera di 570 entrate, hanno varcato la soglia del LAC per visitare la mostra dedicata a Pablo Pi- casso.Un risultato che ha confermato le attese, come sottolineano il capo Dicastero cultura della Città Roberto Badaracco e il direttore del Museo d’Arte della Svizzera italiana (MASI) Tobia Bezzola, anche se dopo le prime giornate era stato fissato l’obiettivo minimo delle 50 mila entrate (per Signac ce n’erano state 45 mila). La mostra ha comunque raggiunto altri obiettivi: proporre contenuti di alto livello qualitativo, po sizionare LAC e MASI tra le grandi mete dell’arte in Svizzera e coinvolgere quote sempre più numerose e diversificate di cittadini e turisti.

Risposta positiva
Insomma il pubblico ha risposto positivamente ad un appuntamento che, val la pena di sottolinearlo, proponeva uno sguardo differente sul maestro spagnolo, realizzato in collaborazione con il Musée national Picasso di Parigi, depositario della più completa collezione di lavori dell’artista. L’allestimento curato da Carmen Giménez, una delle massime esperte dell’artista iberico, ha offerto un punto di vista inedito sull’evoluzione del linguaggio di Pablo Picasso attraverso il rapporto tra disegno e scultura. Attesa da più fronti – culturale, turistico e politico –, l’esposizione ha di conseguenza fatto registrare dati importanti per numero di visitatori, affluenza di pubblico alle attività e ai servizi museali offerti, oltre che interesse nei media nazionali e internazionali.

Potenziale importante
«Rispetto alla mostra sinora più frequentata, quella di Signac. Riflessi d’acqua del 2016 – premette subito Tobia Bezzola – Picasso ha ottenuto circa il 40% in più di media giornaliera di pubblico. Questo ri- sultato ci offre una nuova prospettiva sul potenziale del Museo e ci fa guardare al futuro con ottimismo, già a partire dal prossimo autunno quando ospiteremo l’esposizione dedicata a René Magritte». Dal canto suo Roberto Badaracco non nasconde la propria soddisfazione per l’esito dell’inziativa. «Una media di 570 entrate al giorno sull’arco delle 8 ore di apertura quotidiane, è senz’altro un dato ragguardevole, e lo è ancor di più se si pensa che ai visitatori abbiamo avuto 526 gruppi e addirittura 311 scolaresche». «Da non dimenticare poi – aggiunge subito – le 10 mila e più persone che sono state coinvolte nei workshop, nelle conferenze, nelle visite guidate, nelle letture, nelle proiezioni e nei concerti. L’evento ha inoltre avuto anche il merito di portare sul nostro territorio numerosi ospiti provocando un indubbio indotto importante a livello turistico».
Dei circa 50 mila visitatori il 65% proveniva da fuori cantone: oltre al 35% di pubblico ticinese, il 32% arriva dal resto della Svizzera, il 15% dall’Italia e il restante 18% da altri Paesi, prevalentemente dalla Germania. Dal mondo digitale si contano 40 mila interazioni avvenute sui social media, oltre 300 mila visualizzazioni sul canale Youtube del MASI e migliaia di fotografie condivise in rete durante o dopo la visita. MASI e LAC hanno raggiunto attraverso i loro canali facebook quasi 40 mila followers e registrato un traffico sulle pagine dedicate alla mostra di oltre 200 mila sessioni, contribuendo così alla sua visibilità anche sul web.

Un approccio di successo
«È eccezionale riuscire a coinvolgere così tanta gente – precisa Roberto Badaracco – e il risultato conseguito dimostra che la formula scelta (e che sarà seguita anche in futuro soprattutto per Magritte) è quella giusta. Eccezionale è anche il fatto che i costi di allestimento di circa 1,5 milioni di franchi sono stati sostenuti per il 70% dagli incassi della biglietteria e dagli sponsor e solo il 30% è andato a carico del Museo».
Ci sono stati molti ingressi gratuiti? «Questa volta il biglietto costava un po’ di più del solito perché il livello della mostra lo imponeva. Ma più che di biglietti gratuiti direi che ci sono state delle riduzioni sul prezzo d’entrata e questo soprattutto in virtù delle convenzioni con altri musei. Una decisione che però non ha influito sul risultato finale». Il successo ottenuto – spiega il capo dicastero – conferma inoltre che il turismo culturale è un settore in forte crescita su cui la Città di Lugano deve puntare sempre più in futuro. «Un anno eccezionale dal profilo culturale come quello che stiamo vivendo – conclude Roberto Badaracco – difficilmente potrà venir programmato in un prossimo futuro, considerando anche i costi non indifferenti per allestire appuntamenti di questo livello; cionondimeno si continuerà a lavorare in questa direzione» . Un auspicio non casuale, quello del capo dicastero, che non nasconde l’ambizione di ritornare ai successi che si erano avuti in un passato ormai lontano con le mostre d’arte programmate a Villa Favorita dalla Fondazione von Thyssen.

 

Intervista pubblicata sul Corriere del Ticino, 19.06.2018

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