Due anni di stop a seguito della pandemia e il disimpegno di importanti sponsor spingono gli organizzatori a decretare la fine della rassegna d’inizio estate – «Ma c’è il desiderio di conservare il ‘brand’ anche in forma diversa»

Che due anni di inattività potessero avere effetti devastanti sui grandi eventi artistici, lo sospettavamo tutti. Che la COVID-19 facesse una vittima illustre quale la più prestigiosa e longeva manifestazione musicale all’aperto ticinese – la seconda della Svizzera dopo il Paléo di Nyon – ci sembrava però quasi impossibile. Invece, purtroppo, è accaduto. Dopo quarantuno consecutive edizioni e due stagioni di forzato stop a causa del coronavirus, Estival Jazz Lugano alza bandiera bianca chiudendo la sua straordinaria e sicuramente irripetibile avventura. «A meno di un miracolo Estival – almeno nella formula che conosciamo – non si svolgerà più», ci ha tristemente confidato il suo ideatore Jacky Marti. Alla base della decisione di gettare la spugna, la scelta di alcuni importanti sostenitori di non rinnovare o di rivedere al ribasso il loro accordo di sponsorizzazione privando l’organizzazione dei mezzi per continuare il loro lavoro. «Nel 2019», spiega Jacky Marti, «con alcuni partner avevamo stabilito degli accordi di sostegno su base triennale. Questi tre anni, sebbene siano sfociati in un solo festival, sono trascorsi. Nel frattempo il non avere avuto, fino a poco tempo fa, la certezza di poter operare come nel periodo prepandemico, ci ha impedito di intavolare nuove trattative». Il risultato sono risorse ridotte che non consentono il rispetto delle regole su cui poggia la rassegna. «I due pilastri su cui si è sempre retto Estival sono: concerti di alta qualità e gratuiti. Se non siamo più in grado di garantire entrambe le cose, piuttosto che snaturare il lavoro di oltre quarant’anni, preferiamo per il momento rinunciare. Tuttavia – continua Marti – se la rassegna, così come la conosciamo, è al capolinea, è desiderio nostro e della Città, che ci è sempre stata vicina, che il «marchio» Estival non vada in soffitta».

«Con gli organizzatori c’è la volontà di far sì che il patrimonio rappresentato dal festival non vada perduto», conferma il vicesindaco e responsabile del Dicastero Cultura, Sport ed Eventi Roberto Badaracco. «Stiamo studiando sia un passaggio di consegne dal profilo organizzativo che permetta a Estival, con una formula che non si distanzi troppo dall’originale, di tornare all’attività, sia di proporre un qualcosa in grado di tenere viva la sua immagine». Si parla, in particolare, di una serata «griffata» Estival da inserire nell’altra manifestazione estiva della Città (Blues to Bop), nonché di eventi, su modello delle «Estival Nights» dello scorso decennio, da inserire nella programmazione del LAC. Le calde e interminabili nottate in piazza Riforma, ad ogni modo, sembrano destinate a rimanere solo un ricordo.Un’avventura iniziata nel 1979

Estival Jazz nasce alla fine degli anni Settanta per iniziativa degli allor giovani appassionati di musica Jacky Marti e Andreas Wyden raccogliendo l’eredità del Circolo del jazz di Lugano che nel 1962 aveva lanciato il primo festival internazionale del jazz in Svizzera che si svolse per molte stagioni Teatro Apollo di Lugano. E anche i primi concerti da loro organizzati si svolsero in una dimensione «indoor»: solo nel 1979 il duo organizzativo si spostò in piazza adottando la sigla Estival Jazz e seguendo una filosofia mantenuta intatta negli anni, ossia promuovere concerti di grande qualità artistica da proporre gratuitamente al pubblico. Una formula che ottenne da subito un grande successo e che, grazie a felici scelte artistiche (a parte qualche rara eccezione non c’è artista di primo piano della scena planetaria che nei 41 anni di vita della rassegna non abbia calcato il suo stage), ha proiettato Lugano nell’empireo dei festival europei all’aperto. Nel corso del tempo Estival Jazz ha poi ampliato il suo raggio sia artistico, aprendosi anche ad altri generi (dal rock al funk alla world music…) sia logistico issando i suoi palchi anche a Tesserete, Agno, Melide e, soprattutto, in piazzale alla Valle a Mendrisio, per due decenni l’altro punto strategico della rassegna. Nel 2019, archiviati i festeggiamenti del quarantennale, Estival ha poi deciso di concentrare i suoi sforzi a Lugano e nel «salotto» di Piazza della Riforma ritornando, artisticamente, su sentieri più legati alle sue origini jazz. Poi la pandemia che ha rovinato ogni piano di rinnovamento…

Articolo originale: https://www.cdt.ch/cultura-e-societa/dopo-oltre-quarant-anni-estival-jazz-getta-la-spugna-KX5231837
Photocredit: Chiara Zocchetti

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