È di lunedì la fresca approvazione dei conti preventivi 2016 della Città. Al di là del risultato – 22.5 mio di franchi di deficit non sono pochi! – vi sono alcuni elementi che fanno ben sperare per il futuro. Per prima cosa degno di nota è il rientro nella legalità con la ratifica del legislativo entro il 31 dicembre, una rarità negli ultimi 15 anni. A livello finanziario la Città si trova a metà del guado e sta lentamente risalendo la china. Queste prime avvisaglie di luce non devono però trarre in inganno. Vi è ancora molto da fare e da migliorare e basta un niente per deragliare di nuovo. Il rigore finanziario è fondamentale per uscire da questo tunnel. Purtroppo gli avanzi d’esercizio non saranno cosa di domani o di dopo domani, e a leggere le previsioni del piano finanziario si dovrà aspettare almeno la fine del decennio. Ma non è detto che la riorganizzazione dei Dicasteri, a partire dal 2016, e un’azione costante di riduzione delle spese e di razionalizzazione dei servizi non porti a sorprese inaspettate.

Un cantiere importante è quello del personale, in via di totale riorganizzazione, per conseguire una gestione delle risorse umane più moderna ed efficiente, promuovendo la mobilità interna, la valorizzazione dei talenti, la formazione continua ed il dialogo quale base di fiducia per migliorare i rapporti interni. Un altro grande obiettivo, oltre al pareggio dei conti di gestione corrente, è il freno all’indebitamento. Il primo passo è di limitare gli investimenti annuali in una soglia sostenibile di circa 55-60 mio, cercando di finanziarli per la maggior parte con fondi propri. E qui diventa attuale la vendita di fondi di nessuna utilità per compiti pubblici. La loro lista è assai lunga dopo le avvenute aggregazioni. Questi immobili senza contenuto invecchiano e creano solo costi di manutenzione. Il Municipio si attivi per allestire una lista di quelli necessari e di quelli inutili, e proceda a vendite mirate, non tanto per fare cassetta ma per autofinanziare gli investimenti e sostenerne di nuovi.

L’esecutivo non dimentichi inoltre la sua funzione progettuale e di promotore dei grandi poli che la Città necessita: da quello fieristico-congressuale-alberghiero al Campo Marzio a quello sportivo a Cornaredo. Gli ultimi segnali parlano a favore di una rimessa in moto di questi progetti strategici con il coinvolgimento di investitori privati. Viste le finanze in rosso, grandi opere come il LAC non sono più possibili con l’unico supporto dell’ente pubblico, ma occorre una vera partnership pubblico-privato con benefici per entrambe le parti. Infine una parola sul moltiplicatore: un suo ritocco verso l’alto non può entrare in considerazione. A Lugano l’80% è il valore massimo sopra il quale la Città perderebbe di attrattiva fiscale per molti contribuenti. Si punti sulla razionalizzazione dell’amministrazione e sulla riduzione della spesa piuttosto che pescare nelle tasche dei cittadini sempre più vuote.
Con una buona qualità di vita e i molti servizi prestati Lugano merita di rimanere il polo trainante del Cantone, ma per continuare ad esserlo deve assolutamente cambiare paradigma e mentalità e darsi da fare senza fermarsi.

Roberto Badaracco
Capogruppo PLR Lugano

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